Friday, January 27, 2006

השואה - Porajmos


Il primo termine scritto in erbraico significa “distruzione”, “desolazione”. Ed è la parola che noi identifichiamo con Shoah (Sho’ah).
Il secondo è invece la parola zingara che significa "Divoramento".
Questo per cercare di portare alla mente che non solo gli ebrei, ma anche tutte le minoranze sono state vittime della follia perversa e sadica proposta con sistematicità e logicità.

27 gennaio, giorno della memoria.

Nel momento in cui si entrava in un campo di concentramento si perdeva la propria identità che veniva sostituita da un numero. Oltre ad un numero rimaneva anche il “motivo” del proprio ingresso ben contrassegnata sulla camicia.

• Giallo: ebrei -- due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, con la parola "Jude" (Giudeo) scritta sopra
• Rosso: dissidenti politici, compresi i comunisti
• Verde: criminali comuni
• Viola: Testimoni di Geova
• Blu: immigranti
• Marrone: zingari
• Nero: lesbiche e soggetti "antisociali"
• Rosa: omosessuali (maschi)- un triangolo con un vertice verso il basso

Le persecuzione che a partire dal 1933, anno di ascesa al potere di Hitler, ebbero corso nei confronti dei dissidenti politici, dei “diversi” sul piano culturale, morale e religioso, dei razzialmente indesiderati – in una parola dei nemici della comunità ariana .

La sistematicità, ovvero la costanza, la continuità, la capillarità del sistema di oppressione era tale da rasentare la parodia di se stesso: in piena guerra, quando oramai le sorti della Germania erano segnate e la sconfitta si poneva all’orizzonte, gli zelanti funzionari della Gestapo si impegnavano ancora a dare la caccia agli ultimi ebrei sopravvissuti alle retate dei mesi e degli anni precedenti. Nel mentre i bombardamenti delle città tedesche si succedevano di giorno in giorno, tra le rovine fumanti, e il fronte oramai traballante e prossimo a cedere preannunciavano la fine prossima ventura, i signori della morte si muovevano con solerzia alla ricerca degli sventurati da deportare. Così fino all’ultimo dei giorni di quel regime.

L’annichilimento presupponeva e al contempo causava la distruzione morale e fisica delle vittime. Nel circuito repressivo nazista chi vi entrava non doveva più uscirne.

la conta delle vittime:
Germania 195.000
Austria 53.000
Cecoslovacchia 255.000
Dannimarca 1.500
Francia 140.000
Belgio 57.000
Olanda 120.000
Lussemburgo 3.000
Norvegia 1.000
Italia 20.000
Jugoslavia 64.000
Grecia 64.000
Bulgaria 5.000
Romania 530.000
Ungheria 200.000
Polonia 3.271.000
U.R.S.S. 1.050.000

per un totale di 6.029.500

Brased

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