Tuesday, January 17, 2006

LA STRADA


Scendo le scale della stazione sto per andare sul binario 3 dove tra dieci minuti sta per partire il mio treno, sono con un amico, quando incontriamo P., un amico “d’infanzia” che ora è eroinomane.
P. vive per strada. Ci saluta e si ferma, scambiamo quattro chiacchere . Era fuori, infatti una delle sue prime parole è stata “Sono troppo fatto”, intanto che parlavamo lui aveva una bottiglia d’acqua che si appoggiava di tanto in tanto sulla mano gonfia, la sinistra. Gli chiesi subito che cosa avesse fatto e lui rispose secco: “ Un fuori vena”.
L’amico che era li con me e che con P. parlava più spesso gli chiese subito a bruciapelo “ma quand’è che andiamo in comunità, ti porto io”.
P. farfugliò qualcosa e poi disse: “io la mia tipa così in mezzo alla strada non la lascio te non hai capito che gente c’è qui la notte” intanto continuava a toccarsi e succhiare la mano. A quel punto arrivò la sua tipa, con un pacchetto di patatine semivuoto, ci saluta, ci offre le patatine e dopo poco incomincia a lamentarsi di una ragazza di colore. Ci spiegano che è una prostituta che si fa’ e da qualche giorno dorme dove dormono loro.
A quel punto P. guarda la sua tipa “ Ci facciamo adesso o dopo?” lei alzando le spalle dice “adesso”.
Il nostro treno sta arrivando e dobbiamo andare… li salutiamo.

Non voglio fare nessuna cazzo di considerazione, ma qualcuno prima poi dovrà pur capire che l’ero esiste ancora e che noi, coglioni, facciamo finta di non crederci più. Solo perché abbiamo altro a cui pensare.

“Stick in the boot, go with the flow, shake it down baby, shake it down honey… cook street, spook street, we’re all dead white meat… eat the beat… “

Heroin- Velvet underground

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