FUCKED UPVILLE

Mi sto recando al reparto degli alcolici, è sempre quello più lontano dall’entrata e meno visibile, per poter prendere delle birre, quando passando davanti all’espositore dei libri il mio occhio cade su uno in particolare: Fucked Up. lo sfoglio, è un’edizione Bur di 150p circa.a cura di Gianluigi Ricuperati.
Dentro a primo impatto risaltano le foto, tutte di guerra e molto crude, continuandolo a sfogliare capisco che tutte le foto sono state scattate dai Marines in guerra.
Bene partiamo dall’inizio. Tutto prende il via da Chris Wilson che fonda il sito Nowthatsfuskedup.com (se provate a visitarlo vedrete che è stato chiuso dallo sceriffo della contea di Polk, stato della Florida.) questo sito non è molto diverso dai milioni di siti pornografici presenti in rete, se non perché è possibile trovare solo materiale amatoriale. Il lavoro di Wilson diventa supersorvegliato quando lui decide di realizzare la sua idea: decide di aprire una nuova sezione al suo sito. I soldati americani presenti in Afghanistan e Iraq potranno avere una supporter access senza pagare un centesimo per tutte le aree del sito. In cambio i marines devono scattare foto “interessanti”. Com’è possibile immaginare bastano pochi mesi e l’idea ha un successo incredibile.
Cosa rende il tutto UN PROBLEMA?
sono le immagini che arrivano dai marines e che vengono giudicate,commentate e archiviate.
Gianluigi Ricuperati riferendosi al tipo di immagini scrive: “la prima parola, la più generica, la più precisa è deturpazione. Sono corpi dilaniati da una bomba, sono corpi carbonizzati da un incendio, sono corpi prigionieri tenuti insieme da enormi lacci emostatici. La seconda parola è estetismo. […] la terza parola è vergogna. Sorrisi davanti al corpo inerme e prigioniero, e morto, di un nemico, cadaveri denudati per mostrare le natiche del nemico all’obiettivo. L’ultima parola è Noia: donne soldato che sistemano mitragliatori tra le gambe nude, vere e proprie sequenze di sesso tra graduati[…]”.
Consiglio a tutti di dare un occhio a questo libro anche perché la sua non è una battaglia contro l’america e i marines, ma al contrario è un’evidente denuncia alla capacità della “guerra in sé a produrre certi picchi di abiezione e stupidità”.
Brased
“CI SONO FENOMENI CHE PRODUCONO SERIE DI SOGNI E ALTRI CHE INFALLIBILMENTE SCATENANO UNA SERIE DI SCANDALI”