
È l’una e mezza di un normale lunedì notte, sono appena rincasato e dopo essermi messo comodo… sul divano accendo la tele (solito gesto inutile) e in onda c’è la replica di Striscia la Notizia, “la voce della divergenza” (così la definisce il televideo mediaset e non commento). Probabilmente in preda alla pazzia decido di guardare la puntata.
Mentre guardo mi torna in mente un articolo che avevo letto su GQ di Mauro Covacich (aveva una rubrica chiamata la “lettera scarlatta”) del 1 aprile 2004.
Sono andato a ripescarlo e Covacich si rivolge direttamente ad Antonio Ricci e scrive:
“Caro Antonio Ricci,
lei incarna il paladino dell'altra Italia, dell'Italia che smaschera, che rivela, illuministicamente impegnata nell'individuare i mille luoghi in cui si annida l'antico tarlo dell'imbroglio. Lei ha costruito un fortunatissimo programma improntato a questo nobile scopo, ma ha fatto molto di più: ha creato una vera e propria tendenza, seguita da molti emuli televisivi, una specie di riccismo che, scimmiottando la spavalderia, la cocciutaggine, la sfrontata 'volontà di sapere' dei suoi inviati, ha bombardato la cosiddetta società civile con denunce più o meno spettacolari, più o meno grandi. Più o meno autentiche. Grazie a lei, le nostre città sono affollate di fustigatori morali, gabibbi, diogeni cinici che si aggirano - la telecamera al posto della lanterna - in cerca di cantieri interrotti, ospedali sporchi, agenzie fantasma, guaritori, benzinai ladri, eccetera eccetera. Insomma un esercito di investigatori che direttamente o indirettamente fanno capo a lei, impegnati 24 ore su 24 a sparare i riflettori del Bene sugli scempi e le ruberie da cui gli italiani sono afflitti. Tutto ciò dovrebbe essere nobile, come dicevo, e altamente etico. A me però non pare che sia così, per almeno due motivi. In primo luogo, la sua e quelle di coloro che la copiano sono trasmissioni televisive e, in quanto tali, soggiacciono alla logica dello spettacolo, della rappresentazione, della ricerca dell'effetto (ovvero, del massimo ascolto). Quello che mi sembra più grave invece è il secondo difetto. La subdola contraddizione di recitare la parte dell'uomo scomodo e di godere di un consenso plebiscitario. Di assumersi il ruolo di sentinella della democrazia, facendo leva sui bassi istinti della demagogia. Il suo comportamento non è mosso da un imperativo categorico: 'Devo svelare le magagne', bensì da un imperativo ipotetico: 'Se svelo una magagna l'audience aumenta”.
Il caro Covacich colpisce nel segno e smonta quella finta satira politica che si aggira in quel programma che oggettivamente non fa neanche ridere, e inoltre smaschera quella figura di “eroi positivi” che hanno gli inviati (quando sono solo provocatori), che quasi spinti da masochismo non aspettano altro che qualcuno gli metta le mani addosso (forse fa audience?).
Hanno smascherato Vanna Marchi? No, hanno fatto diventare il suo processo una mossa mediatica di successo. Alla fine la cara Marchi per queste truffe in carcere c’era già finita.
Per non parlare dei servizi su gli sputacchi di Cucuzza!? Grande opera di giustizia verso la società!
E i potenti? Dove sono finiti i potenti cari giustizieri di striscia?
La pecca di Berlusconi è la bandana?
Quella di Prodi? La mortadella?
Basta far finta di dire la verità! Basta far credere di fare controinformazione!
Solo un’ultima cosa scoprite MINGO chi sponsorizza su www.uaps.it
Brased
http://www.striscia.org/
http://www.striscia.tv/
Questi sono invece due link di siti CONTRO striscia.
Qui sotto trovate un vecchio articolo di Suicide Mondays:
Suicide mondays contro Striscia la notizia: perchè mi fa schifo?!?Cara signora del piano di sopra,
le scrivo perchè sono INORRIDITO.
Innanzitutto dalla sua approssimativa dentatura (un dente su quattro non è una brutta media. Magari riesce pure a limonare senza nemmeno aprire la bocca, AHR!AHR!AHR!), ma non è questo il punto.
Posso essere serio?!? (certo che posso. Sempre che non le guardi l'acconciatura)
Parliamo di STRISCIA.
Parliamo di quelli che si arrogano (si dice così?!? No?!? E va beh!) di essere censori del malcostume televisivo mentre, in realtà, sono semplici vassalli MEDIASET asserviti alla guerra ANTIRAI.
Parliamo degli attacchi sistematici a Bonolis, D'Eusanio e compagnia bella(non certo esempi edificanti di televisione di qualità, ci mancherebbe, ma nemmeno De Filippi e Costanzo lo sono, eppure quanti sconti a quelle vetrine degli orrori che sono BUONA DOMENICA e C'E' POSTA PER TE).
Parliamo di Staffelli, quel suo non "denunciare" ma bensì "provocare" cercando la reazione, perchè lo scoop non è sensibilizzare, no, lo scoop è farsi menare, fare come quei bambini deficienti che appeni li tocchi cadono per terra e cominciano a piangere.
Parliamo delle accuse fatte alla RAI di pubblicità occulta (e facciamolo con citazione precisa: ancora Bonolis che intervista il direttore di Repubblica Ezio Mauro, e, "casualmente", si parla dell'iniziativa del giornale I CLASSICI DELL'OTTOCENTO): ma quando Iacchetti e Greggio chiamano in studio Boldi e De Sica a parlare del loro vomitevole film di Natale cos'è?!? Una missione culturale?!?
E scusatemi se tra NERI PARENTI e DOSTOEVSKJ il sottoscritto continua a preferire il secondo, MPF!!!
Cara signora, devo proprio confessarlo: STRISCIA mi fa schifo, mi fa schifo perchè risparmia i potenti (d'altronde le vere nefandezze le stanno facendo chi paga loro lo stipendio, e che caspita!) e si perde dietro le scaramucce da audience (devo ricordarle ancora che la prima volta che un giochetto stupido li ha battuti allo share, subito si sono attreazzati e riciclarsi novelli Raffaellicarrà e dispensare premi per risicare un minimo di ascolto).
Non so se ha capito una parola di quanto le ho scritto o se invece mi ha seguito con attenzione.
So solo che tra STRISCIA e il suo completino rosa stavolta scelgo l'abitino.
E non me ne pento affatto
m.
immagine tratta dalla copertina del libro
"STRISCIA LA TV, Comicità spettacolo informazione" (Antonio Ricci, Einaudi 1998). Assolutamente, se ancora aveste dubbi, da lasciare sugli scaffali...